AUTOCLAVE DI ESTRAZIONI PATAFISICHE
Centro Alti Studi Patadiagnostici Mediolanensi
Funzionamento del centro
Registrato nell’Archivio
dell’ Autoclave di Estrazioni Patafisiche
Prot.n.1
Si premette che l’AUTOCLAVE DI ESTRAZIONI PATAFISICHE si propone in particolar modo quale Patapompa a serbatoio pneumatico per Purissime Estrazioni Patafisiche. L’architettura di questo impianto si presenta strutturalmente molto complessa e ingegnosa in ogni sua parte, le quali si rendono necessarie per il buon funzionamento del tutto. L’Autoclave di Estrazioni Patafisiche è costituita prevalentemente da un Serbatoio di Accumulo per l’immagazzinamento di un certo quantitativo di purissima materia patafisica in arrivo dalla rete (sempre presente); una Patapompa Elettrica, solitamente di tipo centrifugo, con portata e prevalenza adeguate; un contenitore a Patapressione in cui è presente una camera di decompressione, chiamato anche Patapolmone, un Pressostato, cioè un interruttore in grado di accendere la patapompa in funzione della pressione degli impellenti verdi flussi; così di seguito un Piezometro, un Teleruttore, Cremagliere, Valvole, Ventole, Flange e Pataviterie assortite.
Le estrazioni vengono ricevute dall’Autoclave che le spinge nel patapolmone con una pressione maggiore di quella esterna per azione della patapompa. In questo centro/contenitore è presente una patacamera d’aria (d’inconsistenza) che per effetto della patapressione si comprime, agendo come una molla, in modo che allo spegnimento della patapompa i rari estratti vengano mantenuti in pressione. Un Pressostato avvia la patapompa quando la patapressione è inferiore a un limite minimo e la spegne al raggiungimento del valore massimo prefissato.
La presenza dell’aria (dell’inconsistenza) nell’Autoclave è necessaria perché, dal momento in cui la patapompa si arresta un piccolo prelevamento di verde patamateria provocherebbe una rapida caduta di pressione in tutto l’impianto. Il serbatoio o vaso pneumatico agisce quindi come un accumulatore e consente alla patapompa di dilatare il periodo di funzionamento su un periodo atemporale maggiore, evitandone un continuo susseguirsi di accensioni e spegnimenti causa di usura e pericolosi (da gergo patatecnico) colpi a gidugliaperpetua. Il patapiezometro e le valvole d’ingresso fungono anche da filtro patadiagnostico, garantendo che la patamateria che fluisce nell’autoclave sia di adeguata consistenza; qualora infatti quasta fosse troppo rarefatta si mescolerebbe in modo patazeotropico con la materia inconsistente presente nel patapolmone, rendendo difficile l’estrazione di verde patamateria; nel caso in cui invece fosse troppo densa, potrebbe provocare l’otturazione di valvole, bloccando la comunicazione verso l’esterno e causando una pressione interna infinita.
Altri elementi possono aggiungersi per migliorare l’impianto. Sull’Autoclave è presente un Teleruttore orario che provvede a spegnere saggiamente tutto l’impianto nelle ore rilfessive o di stasi estrattiva per evitare rumori inutilmente molesti. L’assenza dell’Autoclave nelle ore riflessive non è tanto sentita anche perché in tali periodi l’utilizzo delle pataestrazioni risulta essere più circoscritto, quindi le perdite sono limitate e meglio ancora la pressione di consegna si mantiene costante per il periodo seguente.
La normativa prevede che le verdi estrazioni giungano all’Autoclave per effetto della sola pressione e non è consentito aspirarla con mezzi differenti o esterni ad essa. La patapompa ad ogni modo, è in grado di tollerare pressioni infinite, infine, è sempre o quasi presente un pressostato che spenga tutto l’impianto qualora la patapressione di rete scenda sotto un limite prefissato.
Milano 8 Sable 136 E.P. (vulg. 8 Dicembre 2008)